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ESOTERISMO BIBLICO

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Messaggio  ADMIN Lun Gen 05, 2009 6:20 pm

INVIATO da: Elemiah 18/11/2000 7.46


ESOTERISMO BIBLICO

L'arcangelo Gabriele dice a Maometto che la Verità non può mostrarsi nuda al mondo, essa è velata da settantamila veli di luce e tenebre. Se improvvisamente ci apparisse disvelata ne moriremmo. Anche nel messaggio biblico, come tutte le dottrine religiose e filosofiche dell'antichità, si riscontra una parte palese, divulgata ed una parte nascosta. La parte nascosta in queste opere è la vera essenza dell'opera stessa perché la Verità può paragonarsi a certi farmachi i quali presi in dose adeguata all'organismo sono salutari e benefici, presi invece senza misura, si risolvono in veleni mortali. Così la Verità: divulgata in dose eccedente la capacità intellettuale delle menti, essa diventa anziché fonte di luce e di armonia, causa di anarchia e di tenebre. Fin dall'antichità, infatti, le caste sacerdotali trasmettevano i loro segreti verbalmente solo a pochi fidati adepti che, a loro volta, li avrebbero trasmessi ai loro successori. Non dimentichiamo che anche Mosè, essendo cresciuto alla corte del Faraone, molto probabilmente abbia ricevuto l'iniziazione egiziana e, dopo essersi rifugiato nel deserto ed aver meditato sulle verità apprese, egli scrisse il Sepher Bereschit, detta comunemente Genesi, dove scrisse le verità apprese celandole agli occhi profani. Avremo, quindi, una legge scritta per il popolo superstizioso ed ignorante ed una legge orale che Mosè trasmise verbalmente a pochi fidati e che gli ebrei si vantano ancora di possedere ed è la Kabbalah.
Ma anche la legge scritta perse, con gli anni, il vero senso letterario causato da rimaneggiamenti e dal fatto che la lingua ebraica, nella quale era stata originariamente scritta, fu sostituita dall'aramaico già nel II sec. a. C..
Seguendo le vicissitudini storiche del popolo ebraico dobbiamo ricordare che, morto Mosè, subì la schiavitù di altri popoli per cui con il passare degli anni, anche se il Sepher di Mosè continuava ad essere venerato, essi dimenticarono perfino la lingua madre assuefatti ormai al dialetto assiro ed ai caratteri caldaici. La stessa lingua ebraica presentava non poche difficoltà, (l'alfabeto ebraico è formato da ventidue segni corrispondenti ad altrettanto consonanti perché le vocali sono per la maggior parte sostituite da piccoli punti e segni, posti di solito sotto le lettere ed il suono che compete ad una vocale-consonante è determinato dal senso che il termine assume nella frase. Un'altra difficoltà dell'alfabeto ebraico consiste nella gran somiglianza tra le forme di certe lettere (es. V, Z e N finale), inoltre alcune lettere assumono significato diverso a secondo se sono alla fine della parola o nel corpo della stessa, se è scritta in dimensioni più grandi o più piccole del resto del manoscritto ecc. Ora si può ben immaginare come potesse essere modificato il testo originale e quindi anche il significato.
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