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PADRE PIO. TESTIMONIANZA

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Messaggio  ADMIN Lun Gen 05, 2009 6:59 pm

INVIATO DA: ELEMIAH 01/10/2002 21.19

PADRE PIO
Il pensiero di padre Pio su questo angelo speciale per ciascuno di noi è sempre chiaro e conforme alla teologia cattolica e alla dottrina ascetico-mistica tradizionale. Padre Pio raccomanda a tutti "grande devozione a questo sì benefico angelo" e stima "un grandissimo dono della Provvidenza la presenza di un angelo che ci custodisce, guida e illumina per la via della salvezza". Sfogliando l'Epistolario ci si imbatte in una fioritura abbondante e variopinta di appellativi: piccolo compagno della mia infanzia, buon segretario, angioletto, il mio buon angiolino, inseparabile compagno, celeste personaggio, insigne guerriero, messaggero celeste, come un fratello, come un amico, come un familiare… Il compito dell'angelo custode non si limita soltanto agli aiuti spirituali, ma si estende anche a quelli materiali: previene i pericoli che sovrastano il corpo, come le insidie tese a interrompere e ostacolare i rapporti dell'anima con Dio; spinge a scansare il male ed a praticare il bene; partecipa pure all'azione delle facoltà superiori… illumina la mente con le buone ispirazioni per una maggiore conoscenza della verità; muove e fortifica la volontà con la tendenza al bene. L'angelo custode di padre Pio svolgeva anche compiti particolari, per esempio quello di traduttore: "I celesti personaggi non cessano di visitarmi e farmi pregustare l'ebbrezza dei beati. E se la missione del nostro angelo custode è grande, quella del mio è di certo più grande dovendomi fare anche da maestro nella spiega di altre lingue" (E I, 304). Gli suggeriva i mezzi per smascherare le insidie diaboliche (E I, 321); fungeva da mediatore: "Il venti volgente mese offersi il santo sacrificio per voi. Lo sa il buon angelo mio custode, a cui tante volte gli ho affidato il delicato ufficio di venirvi a consolare" (E I, 394); tramite l'angelo custode, padre Pio presentava a Dio tutte le buone opere e consigliava la stessa pratica alle anime a lui affidate (E I, 251); lo sceglieva come collaboratore delle proprie iniziative di zelo per la propagazione del regno di Dio: "Vorrei avere una voce sì forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna. Ma poiché ciò non è in mio potere, ho pregato e pregherò il mio angiolino a compiere per me questo ufficio" (E I, 277). Nelle sue lettere si legge: Il tuo angelo custode vegli sempre su di te, sia egli il tuo condottiero che ti guidi per l'aspro sentiero della vita; ti custodisca sempre nella grazia di Gesù, ti sostenga con le sue mani affinché tu non dia del piede in qualche sasso; ti protegga sotto le ali sue dalle insidie tutte del mondo, del demonio e della carne. Come è consolante il pensiero che vicino a noi sta uno spirito, il quale dalla culla alla tomba non ci lascia mai un istante, nemmeno quando osiamo di peccare. E questo spirito celeste ci guida, ci protegge come un amico, un fratello. Ma è oltremodo consolante il sapere che quest'angelo prega incessantemente per noi, offre a Dio tutte le buone azioni e opere che compiamo, i nostri pensieri, i nostri desideri, se son puri. Abbilo sempre davanti agli occhi della mente, ricordati spesso della presenza di quest'angelo, ringrazialo, pregalo, tienigli sempre buona compagnia. Apriti e confida a lui i tuoi dolori; abbi continuo timore di offendere la purezza del suo sguardo. Sappilo e fissalo bene nella mente. Egli è così delicato, così sensibile. A lui rivolgiti nelle ore di suprema angoscia e esperimenterai i di lui benefici effetti (E III, 82-83). (…) Quanto consola il sapersi di essere sempre sotto la custodia di un celeste spirito, il quale non ci abbandona nemmeno (cosa ammirabile!) nell'atto che diamo disgusto a Dio! Di chi dunque può temere l'anima devota avendo sempre con sé un sì insigne guerriero? O non fu egli forse uno di quei tanti che assieme all'angelo san Michele lassù nell'empireo difesero l'onore di Dio contro satana e contro tutti gli altri spiriti ribelli ed infine li indussero alla perdita e li relegarono nell'inferno? Ebbene, sappiate che egli è ancor potente contro satana e i suoi satelliti, la sua carità non è venuta meno, né giammai potrà venir meno dal difenderci. Invocate spesso questo angelo custode, quest'angelo benefico, ripetete spesso la bella preghiera: "Angelo di Dio, che sei custode mio, a te affidato dalla bontà del Padre celeste, illuminami, custodiscimi, guidami ora e sempre". Qual sarà la consolazione quando, al momento della morte, l'anima vostra vedrà quest'angelo sì buono che vi accompagnò lungo la vita e fu sì largo di cure materne? (E II, 403-405) Racconta poi uno dei biografi: "Ero un giovane seminarista quando padre Pio mi confessò, mi diede l’assoluzione e poi mi chiese se credevo al mio angelo custode. Risposi esitante che, per la verità, non l’avevo mai visto e lui, fissandomi con sguardo penetrante, mi tirò un paio di ceffoni e aggiunse: Guarda bene, è là ed è molto bello!. Mi girai e non vidi niente, ma il padre aveva negli occhi l’espressione di qualcuno che davvero guarda qualcosa. Non stava fissando il vuoto. I suoi occhi brillavano: riflettevano la luce stessa del mio angelo". Una lettera di padre Pio del 1912 racconta della "lite" col suo angelo, il quale se n’era stato via troppo a lungo lasciandolo in balìa delle tentazioni: Lo rimproverai severamente per essersi fatto attendere così a lungo, sebbene non avessi mai smesso di chiamarlo in mio soccorso. Per punirlo, decisi di non guardarlo in faccia: volevo andarmene, sfuggirgli. Ma lui, poverino, mi raggiunse quasi in lacrime. Mi afferrò e mi fissò, finché non alzi gli occhi, lo guardai in faccia e vidi che era molto dispiaciuto. Disse: "Ti sono sempre vicino, mio caro protetto, ti circondo sempre con l’affetto che ha fatto nascere la riconoscenza verso il beneamato del tuo cuore. L’affetto che provo per te non si spegnerà nemmeno con la fine della tua vita". A quanti poi gli domandavano se veramente sentisse la voce dell’angelo, rispondeva ironicamente: "Credi forse che sia sordo?".
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